Scopri con noi la bellezza dell'Area Marina Protetta di Tavolara

Relitti e grotte. Guglie rocciose e praterie di posidonia.

Pareti verticali e frazioni coralligene.

Una varietà morfologica e biologica unica nel suo genere tutta da scoprire!

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Immersione singola
60 €
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275 €
Pacchetto 10 immersioni singole
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Immersione doppia
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Pacchetto 3 immersioni doppie
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Pacchetto 5 immersioni doppie
450 €
Supplemento sunset
15 €
Supplemento notturna
20 €
Supplemento nitrox
10 €

I prezzi sono comprensivi di guida ogni 5 sub, passaggio barca, bombola, zavorra e rinfresco post immersione.

ESCLUSA tassa parco marino: € 1,50 a immersione

I nostri punti di immersione

Passa sul nome per scoprirne i segreti…

Punta arresto
Punta levante
Tre fratelli
Relitto Omega
Relitto Oued Yquem
Secca del Fico
Scoglio del Fico
Secca dell'elefante
Archetto
Cala Cicale
Occhio di Dio
Tedja Liscia
Grottone
Papa 1
Papa 2
I. Reulino
Spalmatore
Secca S. Teodoro

Secca del Papa 1

E’ l’immersione più famosa della zona ed è considerata, a ragione, tra le più belle del Mediterraneo, sia per quanto riguarda la morfologia che per la vita marina.

E’ formata da una serie di guglie calcaree che si innalzano da un fondale di 40-42 metri.

Il versante nord-occidentale di queste guglie è caratterizzato da una parete verticale completamente ricoperta di gorgonie rosse (Paramuricea clavata) dai fitti e grossi ventagli. Sono presenti delle varianti gialle e bicolori rosse e gialle, tanto belle quanto rare. Il versante sud invece degrada dolcemente e presenta numerose spaccature e anfratti che danno riparo a murene, spesso in coppia, mustelle e crostacei quali cicale, granseole e galatee.

A settembre-ottobre non è raro l’incontro con tonni, ricciole e palamite.

Secca del Papa 2

Simile per caratteristiche alla Secca del Papa 1, si erge da un fondale di 40-42 metri di profondità fino a circa 24 metri.

Dai grandi ventagli delle gorgonie rosse o delle varianti rosso-gialle ai piccoli nudibranchi quali flabelline e cratene, dai numerosi e argentei barracuda ai grossi dentici che sfilano veloci ai margini della secca….non manca nulla!

Un’immersione breve, data la profondità, ma ricca di intense emozioni che rimarranno a lungo impresse nella memoria.

Grottone

Questa grossa cavità che si apre sotto la maestosa falesia calcarea di Tavolara, ad una profondità media di 12-14 metri.

Esternamente è rivestita da un manto di alghe verdi sciafile e alghe rosse incrostanti, mentre internamente, dove la luce non penetra a sufficienza, briozoi e celenterati si contendono ogni centimetro quadrato di superficie, dando luogo ad una incredibile varietà di colori che solo la luce di una torcia può svelare.

Nei dintorni della grotta vive Nerone, un grosso esemplare di cernia bruna….a chi toccherà il fortunato incontro?

Tedja liscia

E’ la più classica delle immersioni in parete a Tavolara, adatta a tutti i livelli di brevetto.

La falesia calcarea cade verticale dalla superficie sino agli 8-10 metri di profondità dove troviamo un plateau dolcemente degradante, cosparso di blocchi calcarei.

Già nei primi 10 metri d’acqua saremo circondati da castagnole, occhiate, banchi di saraghi fasciati, numerosi saraghi maggiori di grossa taglia. Allontanandosi dalla parete di Tavolara, grosse rocce si alternano a franate piene di anfratti, cunicoli e passaggi.

Dirigendosi verso est ci si imbatte in un bellissimo ambiente di precoralligeno che ospita corvine e un paio di grosse cernie che si lasciano avvicinare e ci lasciano intendere quali ottimi risultati stia dando la tutela dell’ambiente marino.

Occhio di Dio

Una lunga frattura percorre la parete di Tavolara e, qualche metro sopra la superficie, forma un grottino triangolare con un masso proprio al centro: sembra l’immagine classica dell’occhio di Dio.

La fessura continua sott’acqua fino a 15 metri di profondità e termina su una spianata di sabbia bianca e sottile. Ci troviamo in un tipico ambiente coralligeno, che solitamente si incontra a profondità superiori. A Est e a Ovest della spaccatura, franate di massi ospitano grosse cernie, murene e molte gorgonie gialle. Sul fondale ai piedi delle franate, intorno ai 25-27 metri, ci sono un paio di grossi blocchi calcarei a forma di fungo con le parti in ombra tappezzate di colori come la tavolozza di un pittore.

Cala cicale

In primavera offre uno spettacolo unico: in una cavità sommersa della parete si possono contare fino a 10-11 esemplari di magnosa, conosciuta anche come cicala di mare, alcuni di grosse dimensioni, che qui trovano il luogo ideale per riprodursi. Di qui il nome del sito.

La falesia calcarea dell’isola in questo punto scende verticale fino ad incontrare un pianoro roccioso a tratti ricoperto da posidonia, ad una profondità media di 12-14 metri. La visibilità è solitamente molto buona e la corrente, se presente, è debole pertanto l’immersione è semplice ed adatta a tutti.

Archetto

Immersione interessante perché si snoda tra sedimenti di detrito, ammassi di pietre, passaggi sotto gli immensi macigni franati dalla sovrastante falesia.

Una fitta prateria di posidonia ricopre tutto il pendio, qui possono essere osservati numeri branchi di pesci che si nascondono in questi anfratti.
Benché la profondità massima che si raggiunge non superi i -20 mt, e che la quota media di navigazione sia compresa tra i -8 mt e i -14 mt, sono molteplici gli spunti d’interesse e le forme di vita animale e vegetale che si possono incontrare in questa immersione.

Beach rock di Spalmatore

A Nord della lingua di terra di Spalmatore, ad una profondità che varia tra i 3 e i 14 metri, grandi lastroni granitici indicano l’antica linea di costa fossile.

Un tempo scambiati per una strada romana sommersa i massi larghi e piatti poggiano su un fondale che a zone rocciose alterna ampie distese di sabbia chiara ed offrono rifugio a saraghi e corvine. A mezz’acqua nuotano tanute ed occhiate e, soprattutto nei mesi primaverili e autunnali, può capitare di vedere qualche pesce di passo tipo dentici o ricciole. La visibilità e la luminosità, di solito eccezionali, rendono il sito molto indicato anche per lo snorkeling.

Secca dell'elefante

Nella prosecuzione della dorsale che parte dallo scoglio del fico, si incontea una stupefacente formazione rocciosa che rappresenta un’enorme testa, di elefante appunto, con tanto di orecchio e di proboscide che poggia sulla pietra.

L’immersione è una nuotata, compresa tra -14 e -35 mt, tra grandi massi di granito poggiati sulla sabbia e circondati da una bellissima prateria di posidonia; nelle numerose fessure si possono osservare dromie e galatee, due tipi di granchio, i gamberi meccanici, le musdee, murene e gronghi, sciarrani e castagnole che fanno da cornice ai saraghi, alle occhiate e alle cernie brune che nuotano a mezz’acqua.

I. Reulino

La boa di ormeggio si trova a sud est dell’isolotto, al riparo dal maestrale.

E’ un’immersione semplice, perché si svolge tra i 5 e i 15 metri di profondità, ma non per questo meno interessante di altre. Anzi proprio la limitata profondità e la varietà di habitat confinanti( rocce, zone sabbiose e prateria di posidonia) fanno di questo sito un ambiente luminoso e particolarmente ricco di specie diverse.

Secca del fico

E’ situata tra Tavolara e Molara, a Nord-Ovest dell’omonimo isolotto ed è costituita da una serie di emergenze granitiche molto simili a quelle che stanno fuori dall’acqua.

Si scende su di un grosso panettone con il “tetto” a 11 metri, contornato da cataste di massi che creano tane e rifugi provvisori per corvine, cernie, scorfani e saraghi maggiori.

Per gli amanti della “macro” molto diffuse sono le flabelline ed altri nudibranchi.

Scoglio del fico

E’ un grosso panettone granitico, tutto fessurato e ricco di buchi, situato a Nord-Ovest dell’isola di Molara. La bassa profondità e la presenza di tratti di fondale sabbioso fanno sì che l’immersione si svolga in un ambiente molto luminoso.

La roccia è ricoperta da un sottile strato di alghe su cui spiccano frequenti colonie di idrozoi, popolate da colorati nudibranchi. Nelle spaccature sono comuni corvine, cernie e da aprile a giugno le cicale.

Secca di Punta Arresto

E’ situata a Nord-Ovest di Molara, ad un centinaio di metri da riva ed è composta da spuntoni granitici che continuano sott’acqua i rilievi emersi dell’isola. Le guglie, le più alte delle quali arrivano a pochi metri dalla superficie, sono inframmezzate da profondi canaloni che scendono fino a 27-28 metri.

Tra le cataste di massi al fondo dei canaloni si nascondono corvine e cernie, qualcuna anche di notevole dimensione. Tra le guglie invece è facile incontrare barracuda e dentici.

L’aspetto più affascinante dell’immersione è costituito dal paesaggio e dai giochi di luce che il sole crea tra i picchi granitici nelle mattine d’estate.

Secca di Punta Levante

Una serie di rilievi granitici, i più alti dei quali arrivano a 4-5 metri dalla superficie, sono qui il proseguimento sommerso della punta di Levante dell’isola di Molara.

Sul detrito si possono osservare trigoni e torpedini mentre sulla posidonia e tra i sassi nuotano salpe e corvine.

E’ un punto di immersione molto bello e suggestivo anche di notte.

Secca Tre Fratelli

A ridosso dell’isolotto dei Cerri, conosciuto come lo “scoglio dei tre fratelli”, esistono dei complessi rocciosi semi affioranti, tra i quali si snodano percorsi tra pareti di granito e praterie di posidonia.

Immersioni in bassa profondità, ma davvero interessanti dal punto di vista ambientale e naturalistico: l’acqua sempre cristallina, tra grandi banchi di saraghi, salpe, nuvole di castagnole, qualche cernia che si nasconde tra gli anfratti, e barracuda..

Relitto Omega

L’Omega giace su un fondale di 18 metri smembrato in più tronconi, frantumato dal violento impatto contro lo scoglio dei Cerri una notte di tempesta del 1974 e dalla violenza del mare poi.

La prua è capovolta e forma una specie di cunicolo in cui nuotano numerosi i re di triglie. Il ponte è adagiato sul fondo e la sala macchine è perfettamente riconoscibile. La poppa svetta verso la superficie in un intrico di cavi, lamiere e cime.

Aragoste, murene e gronghi fanno capolino da tubi e oblò e talvolta sotto il ponte si può osservare un gruppo di saraghi o di corvine.

Relitto Ouem Yquem

Relitto di un mercantile francese a vapore, lungo circa 70 m, affondato probabilmente per errore da un sommergibile olandese nel 1941, durante il secondo conflitto mondiale.

Giace su un fondo sabbioso ad una profondità di circa 39 m. I resti della macchina e le parte superstiti del relitto, riccamente colonizzate, ospitano gronghi, grandi triglie, saraghi e cernie.

Secca di San Teodoro

Si trova poche miglia al largo della Cinta, la lunga spiaggia dalla finissima sabbia chiara di San Teodoro.

E’ formata da rilievi granitici dalle forme tondeggianti, ad una profondità compresa tra i 18 ed i 26 metri. I margini delle zone rocciose più ampie e i massi accatastati offrono passaggi e scorci suggestivi nonché rifugio per saraghi, cernie, corvine e murene.

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